sabato 2 luglio 2011

e io mi lascio pizzicare

mi guarda e mi dice: «non ti avevo mai vista sorridere così. non ti avevo mai vista ballare così».

il carroponte intorno suda e respira al ritmo della pizzica. sul palco, sotto la struttura di ferro della grossa gru (gli ingegneri mi passeranno la definizione), l'adorato einaudi dirige l'orchestra della notte della taranta. se ne sta al piano, con una giacca nera addosso. mi chiedo come faccia a sopravvivere al caldo torrido di un martedì milanese di fine giugno.

io colo sudore da ogni piega della pelle, ho il viso dello stesso colore della maglia (rosso) e i capelli appiccicati. ho male ai piedi, dove quattro vesciche stanno spuntando per farmi pagare il fatto di averli martoriati nudi contro il cemento del pavimento. bevo birra e riprendo fiato sul prato.

poi la taranta torna a pizzicare come le zanzare. ballo nonostante il dolore ai piedi. ballo e una ragazza si innamora di me. ballo e mi chiedono «ma tu sei salentina vero?». ballo e sì, quando ballo io sorrido.

1 commento:

alina ha detto...

io adoro vederti ballare e provare ad imitarti per essere un pochino brava come te. come nell'ottima tradizione delle sorelle minori